Ero una piccola ragazzina quando decisi di fare volontariato all’istituto Don Guanella di Milano.
Insieme alla mia migliore amica di quei tempi, decisi di impiegare i miei sabati pomeriggi insieme alle persone rimaste sole.
Frequentavo la seconda media e mi ricordo il primo giorno in cui arrivammo in istituto. Ci accolse una donna che con gentilezza ci spiegò la routine quotidiana che gli ospiti erano soliti vivere. Ci trovammo in un lungo corridoio abbastanza freddo, ai lati del quale, c’erano tante piccole stanze: ognuna di esse era abitata da una singola persona. Ricordo di aver provato un senso di solitudine subito sostituito da una sensazione di gioia perché ad aspettarmi, come ogni sabato, c’era “la mia nonnina”, così ero solita chiamarla: il suo vero nome era Grazia.
Insieme a lei passavo del tempo prezioso che arricchiva con i suoi saggi racconti di vita. Mi ricordo che io mi perdevo nelle sue storie fatte di gioia, genuinità, dolore, impegno e fatica. Ci facevamo delle grasse risate; aveva 92 anni e di cose da raccontare ne aveva davvero un’infinità.

Alle 16.30 bevevamo il tè con i biscotti che ero solita portarle. La sua stanza era piccolina e aveva una finestra, altrettanto piccola, su cui ci affacciavamo per vedere il mondo fuori. I nostri incontri hanno riempito tantissimi nostri sabati e, tutte le volte che ci salutavamo e ci rimandavamo al sabato successivo, ricordo la sua gioia velata da profonda tristezza. Uscivo da quell’istituto, insieme alla mia amica Anna, sempre ricca, ma anche un po’ malinconica.
Il pensiero andava a Grazia che sarebbe rimasta sola per 7 giorni.
In un giorno di primavera Grazia lasciò me e tutti i suoi pochi amici dell’istituto (così diceva lei).
Da questa esperienza ho coltivato, dentro me, il valore e l’attenzione dello sguardo verso l’altro, l’importanza del valore del tempo e del significato che si attribuisce allo stesso. E’ per questo che quando la mamma di Sara, ci ha proposto di addobbare per Natale insieme ai bambini la casa di Riposo Longhi di Casalzuigno, non ho esitato un secondo ad accettare la proposta.
Ogni bambino nella propria sezione con la maestra, ha decorato addobbi con impegno ed emozione, spinto da una forte motivazione e da un grande significato. In men che non si dica i “nonnini” della casa sono diventati i nonni di ciascuno. Ai bambini abbiamo spiegato il valore di questo grande gesto, che ha donato un grande sorriso a chi l’ha ricevuto. Abbiamo spedito il materiale fatto con tanto impegno e, a nostra volta, abbiamo ricevuto le fotografie che ritraevano gli ospiti della casa mentre l’addobbavano e non solo….. abbiamo ricevuto un presepe un libro e tante lettere di ringraziamento.

Avremmo tanta voglia di andarli a trovare, ma questo Covid rompe ogni vicinanza. Siamo però profondamente contente di aver trovato un’alternativa per riempire la casa di riposo di colori e gioia.
Nella speranza di poter essere ancora fonte di gioia, ringraziamo i nostri “nonnini” per averci dato la possibilità di fare la differenza soprattutto in questo faticoso momento.

Alessia e lo Staff della Scuola dell’infanzia Porraneo