
Facciamo scuola ogni giorno
Partiamo dalla convinzione che l’apertura della scuola al mondo al di fuori di essa determina la necessità di una sua diversa strutturazione; su questa base, cerchiamo di disegnarla, ogni giorno, come il luogo della sperimentazione, dei laboratori, dell’apprendere facendo: una scuola fatta di attività che siano ad un tempo intellettuali e pratiche, lontana dal metodo trasmissivo che vede il bambino come un “vaso” da riempire, come un ricettore passivo di nozioni, ma come un soggetto attivamente partecipe al suo processo di crescita e di apprendimento. In questo modo, cambia anche il perno della relazione di insegnamento – apprendimento: non più il maestro, ma il bambino, con i propri interessi e i propri bisogni.
Naturalmente, tale modifiche nel processo di apprendimento determinano un cambiamento radicale nella figura del maestro: non è più colui che trasmette conoscenze intellettualistiche e nozionistiche ma:
«non è nella scuola per imporre certe idee al piccolo o per formare in lui certi abiti, ma è lì come membro della comunità per selezionare le influenze che agiranno sul bambino e per assisterlo convenientemente a reagire a queste influenze» Dewey.
Crediamo che nella nostra ottica di scuola come apprendimento attivo sia importante insegnare il concetto di tempo per accrescere nei piccoli il valore della sua dimensione fondamentale, intesa come contenitore dell’agire del bambino.
“PERCEPIRE IL TEMPO” La dimensione del tempo, come quella dello spazio, nella società di oggi è stravolta dalla modalità e dalla velocità con cui i mass media diffondono le informazioni. La quasi simultaneità dei fatti immerge i bambini esclusivamente nell’immediatezza del presente e non permette loro di instaurare un corretto e solido rapporto fra il passato, il presente e il futuro.
Sul piano didattico occorre dar vita ad una serie di esperienze che guidino il bambino a percepire/scoprire/conoscere il tempo su dimensioni e piani diversi:
- La dimensione del loro vissuto, della loro storia personale, poiché le connessioni con e fra le esperienze reali di vita aiuta la comprensione “dell’essere e del fare” in rapporto ai tempi propri e degli altri.
- La dimensione logica e consequenziale di eventi e storie, che porta a collocare le esperienze nella categoria del tempo per ordinarle e sistemarle; aiuta i bambini a rappresentare la realtà con coerenza e con l’uso di parole che collegano le azioni al tempo e a dare una sistemazione logica ai fatti (fenomeni, eventi, storie, fiabe, racconto);
- La dimensione psicologica, legata alle dinamiche affettive che conducono a percepire il passato come memoria (di esperienze, sensazioni, percezioni, contatti molteplici con gli oggetti e la realtà) e il futuro come attesa, aspettativa, anticipazione.
I nostri bambini sono diventati dei “veri maestri” nel gestire il loro tempo, nel farne tesoro. In esso ogni giorno ci mettono forza, coraggio, amicizia, capacità divertimento, relazione, frustrazione, fallimento e conquista.
Vedono ogni giorno accrescere numerose capacità grazie alle quali, poco alla volta, vanno incontro alla vita che li aspetta.
Giorno dopo giorno, formano la loro personalità in modo sempre più completo sia a livello emotivo/affettivo, sia a livello cognitivo grazie ad esperienze vissute in prima persona e all’aiuto delle loro insegnanti, capaci di avere uno sguardo attento verso ciascuna specifica individualità.
“IL REGALO PIÙ GRANDE CHE TU POSSA FARE A QUALCUNO È IL TUO TEMPO. PERCHÈ QUANDO REGALI IL TUO TEMPO, REGALI UN PEZZO DELLA TUA VITA CHE NON TORNERÀ PIÙ INDIETRO”.
Alessia